

Il progetto “L’Accoglienza che cura” è realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Territori inclusivi”, promosso in collaborazione con Fondazione CRC e con il finanziamento di Fondazione De Mari.
Il bando “Territori inclusivi” si inserisce nelle Linee programmatiche 2020 della Fondazione Compagnia di San Paolo, nelle quali viene confermata la volontà di sostenere interventi in grado di “accompagnare e includere le persone in difficoltà o a rischio di fragilità in percorsi verso la più ampia autonomia possibile” e di “stimolare dinamiche di inclusione, coesione e solidarietà che riescano a coinvolgere soggetti plurimi e a volte inediti della comunità”. In particolare, intende contribuire all’obiettivo 10 – Ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi – target 10.2: “Entro il 2030, potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, stato economico o altro”.
L’Accoglienza che cura è un progetto che coinvolge le comunità dei Distretti “Bormide” e “Savonese”.
Ha l’obiettivo di contribuire a trasformare l’approccio di accoglienza per persone con background migratorio delle comunità di riferimento.
Lo sviluppo di competenze di cura collettiva possono migliorare la capacità di accoglienza e quindi aumentare gli effetti a lungo termine su inclusione e coesione di un territorio.
A questo scopo il progetto intende ampliare e strutturare nuove reti e nuovi sistemi territoriali capaci di prendersi cura della comunità a partire dalle persone più vulnerabili, attraverso:

momenti di formazione per gli operatori e le operatrici dei servizi territoriali;

momenti di confronto e lavoro con gli enti e le istituzioni dei territori con i Policy Lab;

valorizzazione delle realtà e dei servizi sul territorio e la loro relativa conoscenza;

l’organizzazione di eventi pubblici con il coinvolgimento di cittadine e cittadini e l’uso del teatro e delle arti performative per creare occasioni di incontro attraverso la cultura.
“Lavoriamo con i territori perché possano sostenere i soggetti più fragili nell’accesso alle opportunità e ai diritti, anche in altre aree del mondo.
All’interno di tessuti sociali coesi e inclusivi le persone potranno raggiungere autonomia e piena cittadinanza, i giovani potranno diventare cittadini più consapevoli e protagonisti e tutti coloro che provengono de percorsi migratori potranno sentirsi parte attiva di una nuova collettività”